STORIA DEL CINEMA

“L’ARROSEUR ARROSE” – di L. e A. Lumiere

I primi veri filoni cinematografici!
“L’ARROSEUR ARROSE” – di L. e A. Lumiere

“L’ARROSEUR ARROSE”

“Che facciamo con questo Cinematografo: Fiction o Documentario?”. Uno dei dubbi dei Lumiére all’inizio della “carriera”? Forse, ma, di fatto, con “L’Arroseur Arrose” inventano la Fiction.

D’altronde, dei primi dieci film solo ed esclusivamente “L’Arroseur Arrose” è cinema di fiction, gli altri nove sono tutti documentario. In realtà la produzione dei Lumiére è principalmente Cinema Documentario. “Non volevo che riprodurre la vita”, disse Louis più o meno cinquant’anni dopo la prima proiezione al Gran Cafè. Va detto che il principale concorrente dei francesi, il Kinetoscopio di Edison, era un macchinario ingombrante e pesante da spostare. I filmati precedenti il cinematografo si limitavano a riprodurre  le storie già visibili con lo Zootropio. Il Cinematografo era una macchina leggera, trasportabile e poco ingombrante. Perfetta per uscire dai teatri e riprendere la realtà, adatta, in oltre, sia per riprendere che per proiettare.

MA VENENDO A “L’ARROSEUR ARROSE”

Dei primi 10 film girati e proiettati dai Lumière “L’Arroseur Arrose”, o “Le Jardinier”, come scritto sulla locandina originale, detiene diversi primati. Innanzi tutto si tratta della sola vera e propria messinscena di quella serata. A differenza di tutti gli altri filmati ha una trama autoconcludente. La fuga del ragazzo dal giardiniere quasi fuori dall’inquadratura ha il seme del concetto di campo e fuori campo. Purtroppo è tecnicamente inferiore agli altri filmati: la fotografia non è ben definita, i contorni dell’immagine non sono ottimi a causa delle foglie del giardino; ma nel complesso si delinea come una storia completa. Inoltre la pellicola ha l’indubbio onore di essere la prima commedia mai girata; posizionando il comico come il più antico genere cinematografico.

A PROPOSITO DEGLI OPERATORI E DELLA CONCORRENZA

Fa sorridere che i Lumiere, al momento di assumerli, specificavano che quello si trattava di un lavoro precario e poco pagato. Buono per un’esperienza, ma sul quale non avrebbero potuto contare per tutta la vita! Infatti non credevano in un grande futuro per il cinematografo. Lo ritenevano solo un divertissement come molti ne erano nati e morti in quegli anni così frenetici. Tanto è vero che paradossalmente i due inventori del cinema avranno una carriera da cineasti estremamente breve, dedicandosi, in seguito, ad altro. D’altronde non solo loro, ma nessuno si aspettava, in quel momento, di essere alle porte di quello che oggi definiamo “il secolo breve”.

IL DOCUMENTARIO NEL PRIMO CINEMA ITALIANO

Vittorio Calcina è un nome oggi oscuro ma è stato il primo vero cineasta della storia del cinema italiano. Fotografo professionista (in seguito anche di casa Savoia) fu operatore per conto dei Lumière, e dal 1896 al 1905 girò diversi cortometraggi documentari, cinematografando per primo un Papa nei giardini vaticani. Ma parlando di cinema documentario Italiano degli esordi, non si possono non citare, anche solo velocemente, Luca Comerio e Roberto Omegna.

COMERIO ED OMEGNA

Comerio, attivo dal 1908 al 1934, era un fotografo milanese che si dedicò al cinema documentario. Produsse come fotografo un reportage della vicenda Bava Beccaris. Documentarista, riprese la prima guerra mondiale direttamente al fronte. Comerio, ha l’onore di essere stato il primo vero operatore di guerra. In Libia (1911) girò i primi veri filmati bellici della storia. Girandoli, oltretutto, in Kinemacolor! Omegna dal canto suo è il padre del documentario scientifico, attivo dal 1904 al 1942 girò moltissimi documentari naturalistici prima con la Ambrosio Film, di cui fu tra i fondatori, e poi, dal 1926, per l’Istituto Luce, presso il quale fu direttore della sezione scientifica.

JA

[COPYRIGHT IMMAGINI]:L’innaffiatore innaffiato” L. e A. Lumière – FR, 1895



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Jacopo Angiolini è un Organizzatore. Da più di 15 anni si occupa di Teatro e di Cinema. Ha scritto per il quotidiano "La Nazione", per "055" e per "Il Grido!" (di cui è co-fondatore). E' anche un Mental Coach, oltre che un grande appassionato di comunicazione.

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