CASABLANCA – Michael Curtiz
Michael Curtiz, regista ungherese della Warner Bros, confeziona, in piena guerra, uno dei più famosi film della storia del cinema. Certo, a suo favore ha Hmphrey Bogart e Ingrid Bergman. Vero, ma è anche vero che ha una sceneggiatura di ferro. Tanto è vero che cinque battute sono tra le migliori cento di sempre. E il locale più famoso dell storia del cinema!
LA TRAMA
Rick Blaine, americano ex contrabbandiere a favore degli oppressi, gestisce il Rick’s Bar a Casablanca. Nel locale passa di tutto: ufficiali nazisti e francesi collaborazionisti, musica, risse, spie, patrioti e gioco d’azzardo. Ma la cosa non sembra scuotere più di tanto il cinico e navigato gestore. Quel che scuote Rick è vedere entrare Ilse, sua ex fiamma, in compagnia del legittimo marito Viktor Laszlo. Lui è un eroe della resistenza ed insieme cercano due lettere di transito per scappare dal Marocco e dai Nazisti. Sulle prime Blaine cercherà di riconquistare Ilse, ma alla fine prevarrà il suo spirito nobile.
BOGART E LA BERGMAN
Più che di Curtiz, che merita tutto il nostro rispetto, in questo caso ha senso presentare gli attori. Anche se in realtà c’è poco da dire, Bogart è un mito. L’AFI lo colloca al primo posto tra le più grandi star della storia del cinema. Oltre a Casablanca ha recitato in “Sabrina” e in cento altri film di successo. Guadagnandosi, oltre all’oscar nel ’52 per “La regina d’Africa“, d’essere l’icona maschile romantica per eccellenza. Anche per Ingrid Bergman c’è l’imbarazzo della scelta: tre oscar lungo cinquant’anni di carriera. “Angoscia“, “Anastasia” ed “Assassinio sull’Orient Express“; per non parlare della collaborazione con il marito Roberto Rossellini. Una carriera fra teatro e cinema, che l’ha messa al quarto posto tra le più grandi. Un icona assoluta.
PREMI OMAGGI E CENSURE
Partiamo dalle censure. Casablanca, in Italia, è stato uno dei film con più tagli di censura in assoluto. Rick, secondo noi, ha aiutato i cinesi, non gli etiopi, questo per evitare imbarazzi riguardo al colonialismo nostrano. Il capo del contrabbando di Casablanca è il signor Ferrac, non Ferrari: è diventato francese. L’impacciato capitano Tonelli è sparito, con due intere scene. Enorme per “Casablanca” sarebbe l’elenco degli omaggi. Giustizia vuole che parta con “Casablanca casablanca” di Nuti ma la lista è infinita. “Provaci ancora Sam” di Allen, e molti passaggi di “Harry ti presento Sally“. “Gatto nero gatto bianco” si conclude citandone la frase finale: “Louis, penso che questo sia l’inizio di una bella amicizia”. Tutto questo senza contare i tre oscar: film, regia, sceneggiatura non originale. Le cinque nomination, il secondo posto nella classifica dei migliori film in assoluto e la scelta per la conservazione. Mica poco.
E QUINDI
Eco, che sapeva leggere tra le righe, disse a proposito di “Casablanca”: “Un cliché ci fa sorridere, cento ci commuovono”. Forse è vero, può darsi che sia un film stracarico di cliché; ma che vuol dire, alla fine?. E’ un capolavoro. Non si può trascurare un particolare del genere solo perché richiama alla memoria altre mille situazioni. L’atmosfera del Rick’s bar è un icona, il trench di Bogart anche, molte delle battute sono diventati luoghi comuni. Tanto erano azzeccate. E allora godiamocelo un po’ di vecchio cinema fatto come si deve. Lo abbiamo, perché no?
JA
[COPYRIGHT IMMAGINI]: “Casablanca”, Michael Curtiz – USA, 1942
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