VIAGGIO NELLA LUNA
Georges Melies, il secondo padre del cinema. Il padre degli effetti speciali. “Viaggio nella luna”: una delle immagini più iconiche in assoluto della storia del cinema. Un concentrato di avanguardia tecnica.
L’AUTORE
Georges Melies è considerato il secondo padre del cinema dopo i Lumiere. Francese come loro, e contemporaneo, sperimentò ed inventò diversi effetti speciali e tecniche di narrazione. Ritenuto anche padre della regia è anche l’iniziatore del cinema fantascientifico; ed in qualche modo anche del cinema horror. Nato da una famiglia di piccoli imprenditori fu illusionista e direttore di teatro. Nei film traspose i trucchi del suo mestiere: filmando mondi non reali. Paradossalmente mentre i suoi lavori spopolavano a livello mondiale lui era costretto a girarne continuamente altri. Vendeva, infatti, i suoi film copia per copia, senza riscuoterne, però, i diritti d’autore: questo lo portò rapidamente alla bancarotta. Finì per gestire un chiosco insieme ad una delle sue attrici. Verso la fine della vita venne ritrovato da un giornalista che lo riportò alla ribalta. Facendogli riconoscere i suoi meriti verso la settima arte.
VIAGGIO NELLA LUNA
Il soggetto è tratto da un romanzo di Jules Verne, ma non è una trasposizione bensì una parodia. Nonostante alcuni precedenti dello stesso autore è famoso per esser il primo film di fantascienza della storia. In diciassette quadri viene raccontata l’avventura di un gruppo di astronomi che decidono di esplorare la luna. Arrivano sul satellite con un razzo a forma di proiettile e lì vengono fatti prigionieri dai Seleniti. Portati davanti al re per essere processati riescono a scappare. Tornando sulla terra precipitano in mare, ma vengono salvati e festeggiati con una statua in loro onore.
LA TECNICA
Il film è girato interamente in cinepresa fissa a 16 fotogrammi al secondo, in 17 quadri con sfondo dipinto. Ovviamente muto ed in bianco e nero, anche se ne esistono versioni colorate a mano. Nel 1902 il cinematografo è una creatura giovanissima, si parla ancora di cinema delle attrazioni. Melies si inserisce in questo contesto e sperimenta. Inanella le scene del film tramite il montaggio, che dà vivacità al racconto. Crea, di fatto, la sovrimpressione tramite l’esposizione multipla della pellicola. La scena del razzo che si conficca nell’occhio della luna è il primo trucco cinematografico. La luna si ingrandisce nella cornice mentre il razzo si avvicina: una doppia esposizione con una sorta di carrello interno. A seguire il satellite diventa improvvisamente una faccia che fa smorfie di dolore: trucco di montaggio.
L’ACCOGLIENZA
Fu il primo successo mondiale della storia del cinema, anche se, come detto, questo non fece la ricchezza del suo autore. “Viaggio nella luna” ha anche altri due singolari primati. Primo caso di pirateria della storia: Edison ottenne una copia illegalmente e lo fece circolare negli Stati Uniti. Ebbe un remake scena per scena nel 1908: “Excursion dans la lune” di Segundo de Chomon.
CONCLUDENDO
A 114 anni dalla sua uscita ha senso rivedere questo film? E perché? Ha senso perché la scena del proiettile nell’occhio è iconica, l’abbiamo vista tutti ma quanti di noi la hanno contestualizzata? Onoriamo la fantasia di un uomo tutto arte ed estro e poco senso del commercio. In un tempo quasi solo al servizio del mercato non può far male un po’ di romanticismo avventuriero. Ricordiamo che dietro ad ogni trucco della tecnica c’è la creatività degli autori. ha senso, insomma, fare anche sogni innocenti.
JA
[COPYRIGHT IMMAGINI]: “Le voyage dans la Lune“, Georges Melies – FR, 1902
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