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FUNZIONI DELLO STORYBOARD

"Lo storyboard è l’anima di un opera creativa."
FUNZIONI DELLO STORYBOARD

LE FUNZIONI DELLO STORYBOARD

Il fatto che un regista abbia le idee chiare rispetto al tema, alle atmosfere o alle emozioni che vuole esprimere, non vuol dire necessariamente che egli sappia con chiarezza quale sia il modo migliore per visualizzarle. Durante questa ricerca, che è l’anima del processo creativo di un regista, lo Storyboard a volte può rivelarsi fondamentale.

La funzione primaria dello Storyboard è quella di aiutare il regista a trovare il modo migliore per visualizzare un evento. Per quanto strano, assolve alla sua funzione anche quando viene buttato nel cestino. Anzi: è proprio scartando le ipotesi che non funzionano che il regista acquista maggiore consapevolezza di ciò che vuole. E di come lo vuole realizzare. La forza dello Storyboard, infatti, sta nel fatto di essere realizzato con le immagini. In questo senso, può diventare un vero e proprio linguaggio. Discutendo su disegni, invece che su un’idea, il regista può esporre più facilmente le proprie idee ai collaboratori. Ne trarranno vantaggio tutti: direttore della fotografia, scenografo, stuntman, macchinisti e produzione.

Di base, quindi, le funzioni principali a cui lo Storyboard assolve, sono di duplice natura: organizzativa/produttiva e artistica.

LO STORYBOARD COME ORGANIZZAZIONE

Lo Storyboard può servire alla produzione per capire meglio i costi di una scena o, addirittura, per inchiodare un regista alle sue scelte. Facendogli firmare i disegni come un contratto, infatti, non farà lievitare troppo i costi della lavorazione. Coppola, per esempio, considerato un regista ‘pericoloso’, sembra abbia firmato i disegni del suo “Dracula di Bram Stoker“.

Può esser utilizzato dall’aiuto regista per capire quante e quali inquadrature (e quindi quanto tempo) servono al regista per girare una scena e, su questa base, fare il Piano di Lavorazione.

È utile anche per capire in quali scene il protagonista verrà sostituito dalla controfigura, e preparare su questa base l’ordine del giorno, evitando inutili attese alla star, ma anche al suo doppio.

In questo senso è utile anche al regista per capire quali e quante inquadrature ravvicinate del protagonista ha bisogno per far credere al pubblico che sia lui a compiere quella certa azione spericolata.

Può servire ad un regista esordiente per affrontare prima, almeno sulla carta, i problemi che si troverà di fronte durante le riprese, acquisendo così una maggiore sicurezza sul set, e limitando i danni che potrebbero venire dall’inesperienza.

LO STORYBOARD COME AIUTO ARTISTICO

Lo Storyboard può servire a capire se alcune scene sono troppo pericolose. Sembra, per esempio, che Cameron, dopo aver visto lo Storyboard, abbia deciso di eliminare una scena nella quale Terminator si schiantava con l’elicottero dentro un tunnel.

Può servire per risolvere, con una sequenza calcolata di immagini, un punto poco credibile della sceneggiatura. Dice Ridley Scott: “Quello che sembra all’inizio impossibile da filmare, lentamente prende forma, fotogramma dopo fotogramma, nello storyboard.”

Lo storyboard può servire per trovare le inquadrature migliori se il set è piccolo, presenta degli impedimenti, o può essere filmato solo su uno o due lati.

Può servire da corredo ad una sceneggiatura che si vuole proporre ad un produttore. Qualche volta, insieme al testo scritto, soprattutto se lo sceneggiatore intende proporsi anche come regista, si accludono alcune sequenze storyboardate. Giusto per dare un’idea al produttore del taglio visivo che si intende utilizzare nel film. Oppure soltanto per presentare un ‘pacchetto più ricco’, con l’intento di dare l’impressione di una certa serietà. Kevin Costner girò per molto tempo tra le produzioni americane cercando finanziamenti per il suo “Balla coi lupi“. E, ogni volta, presentava la sceneggiatura insieme ad un meraviglioso Storyboard a colori dell’intero film.

Lo Storyboard, inoltre, può servire ai registi americani come garanzia del montaggio, senza impegnarsi nella produzione del film. Tecnica usata spesso da Brian De Palma che, soprattutto all’inizio della sua carriera, presentava la sceneggiatura insieme allo Storyboard completo del suo film, facendolo approvare e firmare dai produttori, disegno per disegno, in modo da essere sicuro che nulla sarebbe cambiato nel montaggio finale.

Alla fine dei giochi, quindi, mi chiedo se c’è una ragione valida per cui non si debba disegnare uno Storyboard per ogni lavoro. Ma non ne trovo. Voi?

NF

[IMMAGINI]:



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@nelloferrara

Da più di 15 anni attivo nel settore CineTelevisivo come Autore, Sceneggiatore e Regista, da qualche anno Nello Ferrara ha affiancato, al percorso artistico, la formazione di giovani talentuosi. Il programma di istruzione è disponibile sul sito del suo Corso FilmMaker

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