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IL PIANO DI LAVORAZIONE

Girare un film in ordine di sceneggiatura è un suicidio.
IL PIANO DI LAVORAZIONE

IL PIANO DI LAVORAZIONE

Raramente, per non dire mai, un film viene girato in ordine, a partire, cioè, dalla scena numero uno. Tutte le scene ambientate nello stesso luogo, infatti, nel Piano di Lavorazione vengono raggruppate e realizzate insieme. E, ancor di più, spesso si cerca di accorpare, per ogni luogo, le scene con gli stessi attori.

Girare in ordine cronologico, come fanno i registi che, non avendo una sceneggiatura tradizionale, costruiscono il film sull’improvvisazione, o cercano la “verità” del set e vogliono far-crescere gli attori con i loro personaggi è, dal punto di vista produttivo, un criterio dispendioso: richiede tempi e modalità di lavoro che non sono quelli del cinema industriale.

Il piano di lavorazione è la rappresentazione grafica, su ascisse e ordinate, del calendario delle riprese del film: quali scene si gireranno in quali giorni, in quali ambienti e con quali attori.

Viene steso generalmente dall’aiuto regista, in accordo con l’organizzatore del film, e successivamente sottoposto al regista: anche lo scenografo viene consultato, per capire se può garantire la preparazione di quel particolare set per le date previste.

Per compilare correttamente un Piano di Lavorazione occorre essere in possesso di una serie di informazioni. Ovvero:

  • la data di inizio delle riprese;
  • il numero di giorni previsti (compresi i festivi);
  • l’identità di tutti gli attori e le loro disponibilità;
  • le date degli impegni con i teatri di posa e le disponibilità dei set dal vero;
  • i giorni necessari per andare fuori sede;
  • le decisioni produttive sulla gerarchia delle riprese fuori sede e in sede. E, in quest’ultimo caso, tra esterni ed interni, dal vero o in teatro.

UN CONTNUO GIOCO AD INCASTRI

Bisogna trovare un equilibrio tra queste variabili, tenendo conto di due fattori principali: le locations, ovvero i luoghi in cui si è deciso di ambientare le scene del copione, e le disponibilità degli attori, considerando che, più sono noti, più impegni avranno contemporaneamente.

Di solito, si valuta di girare tra i due e i tre minuti di prodotto finito al giorno: per un film di novanta minuti, sono trenta/quarantacinque giorni di ripresa.

Inoltre è essenziale stabilire il tempo di realizzazione di ogni scena. Sulla carta potrebbero sembrare più lunghe le scene con effetti speciali, animali e movimenti di attori e comparse, ma molto dipende anche dal modo in cui il regista sceglie di girare (con quante macchine da presa, visto che oggi è spesso possibile averne più di una; con quante inquadrature per scena; quante ripetizioni a inquadratura; ecc.) e dalle attrezzature tecniche necessarie, soprattutto per l’illuminazione, e il loro tempo di allestimento.

È possibile che i tempi ipotizzati dal produttore siano più brevi di quelli stimati dal regista: in tal caso si deve cercare una mediazione, diminuendo il numero di ambienti, accorpando scene diverse in un unico ambiente, o invitando al risparmio tutti i reparti. Altrimenti, bisogna tagliare alcune scene o andare alla ricerca di finanziamenti ulteriori.

Nella stesura del calendario, quindi, si procede per approssimazioni e continui aggiustamenti. Alla fine, si ottiene uno schema in cui si incrociano linee verticali (che indicano giorni di lavorazione, luoghi e numeri delle scene) e linee orizzontali (che indicano personaggi e attori).

Qui potete trovare un esempio storico di Piano di Lavorazione.

Qui il sito di Movie Soft, produttore di Movie Magic Scheduling: uno dei software più utilizzati per la pianificazione audiovisiva.

Pensate ancora di poter davvero fare a meno di un Piano di Lavorazione?

NF

[IMMAGINI]: ammentorp / 123RF Archivio Fotografico



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@nelloferrara

Da più di 15 anni attivo nel settore CineTelevisivo come Autore, Sceneggiatore e Regista, da qualche anno Nello Ferrara ha affiancato, al percorso artistico, la formazione di giovani talentuosi. Il programma di istruzione è disponibile sul sito del suo Corso FilmMaker

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