STORIA DEL CINEMA

CABIRIA – di G. Pastrone

Il Cinema Italiano inizia a farsi "Scuola"!
CABIRIA – di G. Pastrone

CABIRIA

“Cabiria, Visione Storica del III° Secolo a.C.” viene girato da Giovanni Pastrone nel 1914 e segna alcuni passaggi fondamentali per la storia del Cinema. Creando, in Italia, il concetto di Industria Cinematografica, inventando, in assoluto, il Carrello e le didascalie letterarie ed ispirando molti altri Cineasti. Un film importante, perché, in un certo senso, inaugura la “scuola” italiana.

LA TRAMA DI CABIRIA

Ambientato nel III° secolo avanti cristo, durante la seconda guerra punica, è la storia, dall’infanzia fino all’età adulta, della piccola Cabiria. Figlia del nobile Batto, rapita durante l’eruzione dell’Etna viene portata dai pirati a Cartagine. Lì, Karthalo decide di sacrificarla al dio Moloch, ma Fulvio Axilla, spia romana, e il suo liberto Maciste la salvano. Catturata nuovamente, stavolta da Sofonisba, figlia di Asdrubale, Cabiria cresce, sotto falso nome, a corte. Fulvio Axilla, tornato in patria, promette al padre della giovane che la riporterà a casa. Vinta la battaglia di Zama al fianco di Scipione l’Africano, andrà, con l’amico Maciste, a salvarla, stavolta per sempre.

NELLO SPECIFICO DEL FILM

Cabiria è una pietra miliare del cinema muto e non solo. Manca di un soffio l’obiettivo di essere il primo colossal della storia, anticipato da “Quo Vadis?” di Guazzoni. In compenso ne centra altri. Dal punto di vista della sceneggiatura viene impostato come due storie parallele che si intrecciano: quella di Cabiria e quella della seconda guerra punica. La guerra non fa solo da sfondo agli eventi, è parte integrante della storia: serviva infatti al regista per celebrare la conquista italiana delle Libia del 1912. Un’evidente curiosità è rappresentata dalla figura di Maciste, personaggio che fa la sua prima apparizione in questa pellicola, e che sarà ricorrente in molti altri film che lo vedranno protagonista.

COME MAI PIACE?

Perché il regista, usando una storia tutto sommato banale, crea una rivoluzione. Pastrone unisce Teatro, Cinema, Musica, Letteratura e Pittura: girando un film dall’aspetto grandioso. Vira letteralmente il modo di intendere il cinema. Nel 1914, quando non si parla neppure di cinema narrativo, Pastrone introduce il concetto di cinema visionario. Chiama Gabriele D’annunzio a scrivere le didascalie, che sono una innovazione mondiale. Ottiene, per il commento musicale, la collaborazione di Ildebrando Pizzetti e Manlio Mazza. Per il soggetto si ispira a “Cartagine in Fiamme” di Salgari ed a “Salammbo” di Flaubert.

E PER COS’ALTRO?

Pastrone ha un progetto culturalmente ambizioso e ne intuisce le potenzialità commerciali. Poliglotta, esige che le didascalie dannunziane siano tradotte in Francese, Inglese e Tedesco. Ebbe ragione: Cabiria restò in cartellone per 6 mesi a Parigi e per quasi un anno a New York. Spende, per la produzione, 2 milioni di lire: una cifra colossale visto che all’epoca un film ne costava 50.000. Montando la cinepresa su un supporto mobile inventa il Dolly (superando, così, la fissità, di stampo teatrale, delle inquadrature), anche se il primato gli viene conteso da Allan Dwan. Gira 3500 metri di pellicola, tre ore e mezzo di proiezione, ispirando, con le sue panoramiche e la durata, Griffith. Ancora: vira cromaticamente la pellicola e sviluppa il montaggio.

CONCLUSIONI

In sostanza piace, il film ma soprattutto il suo autore, perché, per così dire, innova una novità. Perché influenza le cinematografie straniere: posizionando l’Italia tra le nazioni importanti per la nascente Settima Arte. Ci piace anche perché è un passaggio notevole nel processo che porterà il cinema a diventare un’industria. Ci piace perché, pur nella sua semplicità, comincia a stabilire quelle che, tuttora, sono le regole per girare un film.

JA

[COPYRIGHT IMMAGINI]: “Cabiria, Visione Storica del III° Secolo a.C.”, Giovanni Pastrone – ITA, 1914



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Jacopo Angiolini è un Organizzatore. Da più di 15 anni si occupa di Teatro e di Cinema. Ha scritto per il quotidiano "La Nazione", per "055" e per "Il Grido!" (di cui è co-fondatore). E' anche un Mental Coach, oltre che un grande appassionato di comunicazione.

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